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L’Eros e la Legge – L’interpretazione del Cantico dei Cantici di Stéphane Mosès

Cantico dei cantici II, Chagall, 1954-1957
Musée National Message Biblique

“Mi baci coi baci della sua bocca, perché i tuoi amori sono migliori del vino”
Cantico dei Cantici, 1.2

Per la tradizione ebraica il senso della Bibbia è inesauribile: l’interpretazione è libera di riempire gli spazi bianchi e di proporre sempre nuove letture. Le molteplici interpretazioni del Libro cercano prima di tutto di ritrovare il soffio originale che lo anima, gli echi ancora udibili della voce infinita che parla attraverso di esso. Vi è come un Eros che vivifica il testo, lontano riflesso della parola divina. Certo, dal momento che questa parola è destinata agli uomini e mira a regolarne la vita sulla terra, il soffio originale dell’Eros divino si è incarnato, nel testo biblico, in discorso della Legge. Ma, per comprenderne lo spirito, dobbiamo scoprire, dietro a questo discorso della Legge, l’Eros primordiale da cui scaturisce. Stéphane Mosès si rifà nella sua lettura a questa tradizione, ma la reinterpreta secondo i termini del discorso filosofico occidentale, a loro volta messi in discussione attraverso le categorie ebraiche. Da questo rimescolamento di concetti nasce un altro modo, nuovo e allo stesso tempo antichissimo, di leggere la Bibbia, e dunque un altro modo di decifrare il mondo, un’altra maniera di proiettarvi un senso.

A cura di Andrea Sola

Dynamis – Il luogo del pensiero è un progetto culturale che nasce a Torino nel 2016 su iniziativa di un gruppo di giovani studiosi, uniti dalla fiducia nella cultura e nel pensiero come efficaci strumenti di lettura della contemporaneità.